Esplora la Riserva
Regole da osservare: non disturbare la fauna, cani al guinzaglio, raccolta funghi e piante regolamentata, divieto di parcheggio su prato.
Diversi sono i sentieri che attraversano la Riserva Naturale Grotte di Bossea.
Il CAI sezione Mondovì ha segnalato, nell'ambito del progetto "I sentieri di Giorgio", diversi percorsi che attraversano la Riserva: scopri il Sentiero della Luce e il Sentiero degli Abissi.
Le Aree Protette Alpi Marittime suggeriscono, per esplorare la Riserva, il seguente percorso: anello di Casera Vecchia.
Partenza: palina del sentiero E08 e palina numerata n. 3-4 con indicazione Casera Vecchia
Quota massima: 1765 m
Dislivello: 392 m
Sviluppo: 3 km
Tempo di percorrenza: 2 ore
Si parte dalla palina del sentiero E08 e palina numerata n. 3-4 con indicazione Casera Vecchia (1485 m), poste sulla strada asfaltata che da Fontane sale a Prato Nevoso.
Il sentiero si inoltra nel bosco, passando dapprima vicino a una risorgenza per poi attraversare un breve tratto tra massi e pietre spesso nascoste da foglie e rami.
In seguito, nei pressi di uno sperone roccioso quarzitico, si prende quota con due piccoli tornanti.
Usciti dal bosco, si sale all'ingresso della valle di Casera Vecchia ove si trovano un paletto numerato n. 3-4 e un pannello riguardante gli insediamenti umani e la vegetazione delle fasce altitudinali; qui, guardando verso sud, si possono notare in primo piano una sella erbosa (Case della Colla, 1500 m), in secondo piano la Punta dello Zucco e sullo sfondo il Pizzo di Ormea.
Il percorso sale ora su traccia erbosa in direzione dei primi ruderi di Casera Vecchia dove, nei pressi di una casetta in pietra, troviamo la palina numerata n. 3-4 con indicazione Casera Vecchia 1513 m e di fianco la palina percorso E08.
Si sale il pendio seguendo le tacche di vernice bianco-rosso fino alle baite successive.
Si continua a salire su traccia di sentiero tenendo alla propria sinistra il muretto che separa dalle zone di pascolo e alla propria destra le baite; a metà salita si trova un paletto numerato n. 3-4.
Salendo, le tacche bianco-rosso si susseguono con una certa regolarità (circa 40-50 m), portandoci a un paletto segnavia bianco-rosso (1588 m, a poca distanza da una vasca abbeveratoio).
Si prosegue verso sinistra, con un'ampia curva a mezza costa in direzione di alcuni ruderi dove troviamo la palina numerata n. 3 (bivio per Monte Merdenzone, h 0,30; Pian dei Gorghi) e di fianco la palina del percorso E08 con il quadrotto Sentiero Balcone Monregalese; qui siamo nel cuore della Riserva naturale delle Grotte di Bossea.
Continuando in direzione di Pian dei Gorghi-Alpe Mezzarina, a circa metà del traverso della conca di Casera Vecchia incontriamo una risorgiva, dovuta al contatto tra le quarziti del Monte Merdenzone e i calcari dell'Artesinera; qui è presente un pannello dedicato alle sorgenti, purtroppo divelto...
Il percorso prosegue passando attraverso i pendii meridionali di Casera Vecchia, punteggiati di stalle col tetto racchiuso (in questo tratto in prateria non si notano le tacche di vernice segnavia bianco-rosso), per poi passare di fianco a un rudere (pietra incisa 1891 sopra la porta) e giungere a una selletta; qui sono presenti un pannello (scalzato dalla base di cemento) sul tema dell'architettura delle case di Casera Vecchia e la palina del percorso E08 con il quadrotto Sentiero Balcone Monregalese.
La selletta permette di affacciarsi verso la valle di Rio Sbornina; davanti si nota il Monte Fantino, a sud ovest il Monte Mondolè.
Dalla selletta si sale a destra in direzione di un rudere ove sono presenti due paletti (il primo con segnavia bianco-rosso, il secondo senza): dal secondo si traversa in mezzacosta per raggiungere un successivo paletto numerato n. 3-4 dove si ha una bella esposizione sulla valle del Rio Sbornina e panoramica sui versanti rocciosi di Cima Artesinera.
Tagliando a metà costa il pendio sud est della Trucche delle Prè, si passano alcune tabelle di zona specifica di caccia pe raggiungere la sella che immette nella valle carsica ove si trova l'Alpe di Mezzarina (si vede in basso la stalla con la grande vasca in cemento).
Per traccia erbosa (due paletti a distanza, senza segnavia) si traversa tenendo la vasca in cemento alla nostra destra per raggiungere la strada agro-silvo-pastorale di accesso all'alpeggio ove è presente la palina del percorso E08 con indicazione Alpe di Mezzarina 1718 m e il quadrotto Sentiero Balcone Monregalese.
Si risale la strada sterrata oltrepassando un casotto di cemento per raggiungere il casotto dell'acquedotto (interrato) ove si trova anche la palina della Riserva naturale Grotte di Bossea e la palina numerata n. 3-4.
La strada porta alla sella di Pian dei Gorghi (paline della Riserva naturale Grotte di Bossea): nelle giornate terse, si vede la pianura cuneese e buona parte dell'arco alpino occidentale, il Monviso a ovest mentre a est si notano il Pizzo d'Ormea e la Colla dei Termini.
Rientro per la valle carsica di Rio Bertino
Dalla selletta di Pian dei Gorghi si scende nella valle carsica seguendo la strada agro-silvo-pastorale che porta alla grande stalla dell'Alpeggio di Mezzarina da dove, individuando il passaggio migliore, si prosegue al centro della prateria per ritrovare una traccia un po' sconnessa e sassosa che costeggia il Rio Roccia Bianca e successivamente passare una grande cisterna arrugginita, ormai in vista del casotto dell'Alpe Merdenzone.
Dal Casotto di Merdenzone ci si immette sulla strada asfaltata che giunge dal Colle del Prel (Prato Nevoso) e si continua diritto nella foresta di abeti bianchi in direzione delle stalle La Penna, facilmente individuabili poiché proprio sulla sella è ubicato un rudere alle cui spalle c'è una sommità con un pannello ben visibile.
Giunti al rudere si può salire al pannello (1552 m), prestando attenzione a non sporgersi verso valle (precipizio!). Qui si può ammirare uno straordinario panorama: a nord in primo piano la valletta delle Lorgane punteggiata di baite, in lontananza la pianura cuneese e sullo sfondo l'arco alpino occidentale. A est in primo piano San Giacomo di Roburent con Monte Alpet (1611 m) e in lontananza il Bric Mindino (1879 m). Spostando lo sguardo a destra, ecco l'ampia dorsale prativa di Pra Robert con la Cima Baussetti (2004 m); guardando a sinistra, si individua la Colla dei Termini, antico passaggio intervallivo tra Val Corsaglia e Val Tanaro da cui si innalza il contrafforte che culmina al Pizzo d'Ormea (2476 m), una delle cime caratteristiche delle Alpi Liguri.
A sud-ovest, in primo piano il Monte Merdenzone (1767 m) con a fianco la valletta di Rio Roccia Bianca dalla quale siamo giunti. In lontananza, il Monte Mondolè (2382 m).
A ovest il Colle del prel (1613 m, Prato Nevoso) e più a destra il Monte Malanotte (1729 m); infine, l'arrivo della seggiovia di Monte Moro (1657 m).
Dal punto panoramico si torna sulla strada asfaltata per proseguire in discesa nel versante della Val Corsaglia. Superati un paio di tornanti (palina con indicazione La Penna), si oltrepassano i contrafforti rocciosi per giungere alla partenza dell'itinerario.